7 novembre 2007

Lutto nel giornalismo

Ieri mattina è morto Enzo Biagi, uno dei più grandi giornalisti italiani del '900, uomo di grande dirittura morale che aveva il coraggio di esprimere ciò che pensava, però sempre in modo corretto ed elegante, e di pagarne le conseguenze in prima persona, come era avvenuto diverse volte nella sua vita tra cui l'ultima pochi anni fa con la "cacciata" dalla televisione dopo che aveva intervistato Benigni al Fatto, ed erano emerse critiche a Berlusconi in campagna elettorale che , una volta andato al governo, si era prodigato per far capire alla RAI che non era una persona a lui gradita, invitando caldamente la dirigenza a cacciarlo.

Per ulteriori informazioni a riguardo a questo grande giornalista che adesso non c'è più vi invito a dare un'occhiata al link , sicuramente più esaustivo di quanto possa essere questo post su un grande cronista dell'italia dei nostri tempi

4 commenti:

Louis ha detto...

Nel mio collegio ci siamo sentitit dire che:
"la stampa massonica non deve scrivere Addio!"

perchè per il prete Biagi era kommunista

Alessandro ha detto...

Non mi sembrava comunista, se no Santoro è a sinistra del partito comunista cinese: non è che tutti quelli a cui Berlusconi sta antipatico sono comunisti solo perché l'ha detto lui, ce ne sono tanti non comunisti che non sopportano lui e la sua prosopopea.

Pautasio ha detto...

Uhm, senza nulla togliere al Biagi giornalista, come mai tutti se lo ricordano solo per l'affaire Berlusconi? Mah. Un bel tacer non fu mai scritto

Alessandro ha detto...

Semplicemente perchè è il caso più eclatante, nonchè recente legato ad Enzo Biagi. Poi è logico che in qualche modo il tutto viene strumentalizzato sia da destra che da sinistra, però è normale prassi politica come aumentarsi gli stipendi e i privilegi o praticare lo sciopero ad oltranza dal cervello appena si è eletti.
Poi in particolare Berlusconi non riesco a sopportarlo, è più forte di me. Comunque per tutto il resto della vita di Enzo Biagi ho messo un link a wikipedia dove sono più esaustivi di me.